Mi piaceMi piace

Cosa significa Bondage?

cosa-significa-bondage

Gli incontri BDSM  prevedono una serie di pratiche preliminari e sessuali basate sulla costrizione, sul dolore e persino sull’umiliazione.

Da questo punto di vista, probabilmente il bondage è una delle più famose in assoluto, dato che viene praticata da decenni anche in Italia. Sono difatti migliaia gli appassionati di sadomaso e masochismo, che amano incontrarsi e creare quel legame di dominazione/sottomissione caratteristico di questi giochi erotici.

Di contro, va anche detto che in molti hanno sentito parlare di questi atti, ma in realtà non li conoscono davvero. Ecco perché in questo articolo ti parleremo del significato del bondage, spiegandoti esattamente cos’è e qual è la sua storia.

La storia del bondage

Si inizia specificando innanzitutto che la parola “bondage” vuol dire “schiavitù” o “servitù”, ma che viene impiegata esclusivamente per indicare proprio queste pratiche sessuali facenti parte del BDSM.

La sua storia è a dir poco affascinante: sebbene oggi sia possibile distinguere due tipologie di bondage (quello giapponese e quello made in USA), in realtà queste pratiche nascono proprio nella terra del Sol Levante.

In Giappone sono conosciute con il termine “Kinbaku” o “Shibari”, ed entrambe le etichette fanno riferimento a tecniche erotiche che consistono in questo: legare una persona durante i preliminari erotici o durante il rapporto sessuale vero e proprio.

In realtà il Kinbaku non nasce come pratica erotica, ma come sviluppo di un’arte marziale nota come “Hojojutsu”, praticata soprattutto dai samurai: questa arte vede la presenza di numerose tecniche per legare con le corde i prigionieri.

L’Hojojutsu pare sia nato durante il Periodo Edo, e il legare un nemico aveva anche un fortissimo scopo simbolico: ai tempi, difatti, la legatura veniva vissuta dalla vittima come una profonda umiliazione e vergogna, al punto che legare una persona senza un motivo valido veniva considerato un crimine molto grave.

Diciamo che il simbolismo relativo alle umiliazioni è rimasto ancora oggi, ed è stato trasferito (però in chiave positiva) al bondage. Sull’Hojojutsu ci sarebbero mille cose da dire, ma a noi interessa approfondire la sua evoluzione erotica, ovvero il Kinbaku o Shibari.

Questa arte, rispetto alla versione moderna o occidentale (dunque il bondage), è molto più complessa: nel Kinbaku spesso i sottomessi assumono delle posizioni innaturali davvero dolorose per le persone comuni, in quanto proprie dei ginnasti.

Inoltre, è bene dire che lì il master viene detto “maestro di corda”, e che la corda usata è sempre realizzata in iuta. Poi il Kinbaku è giunto anche in Occidente ed è stato adottato in primis dagli Stati Uniti d’America, che l’hanno semplificato e reso accessibile anche per gli appassionati europei.

Infine, da sottolineare che la moda del Kinbaku esplose in Giappone nel 1950, per merito della nascita di alcune riviste di settore, diventate poi famosissime.

Psicologia e significato del bondage

Volendo fare un piccolo riassunto, per bondage si intendono tutte quelle pratiche (e sono moltissime) che prevedono di legare il partner quando si fa sesso o durante i preliminari.

Le legature devono essere sempre consensuali e possono avvenire in mille modi diversi, usando non solo corde, ma anche altri accessori come manette, lacci e cinghie in cuoio o in lattice, corsetti, catene, cappucci, camicie di forza e via discorrendo.

Questa tecnica sadomasochista, in sintesi, prevede di bloccare del tutto il partner, spesso impedendogli non solo di muoversi, ma anche di parlare, di ascoltare e di udire. In pratica, il soggetto è totalmente dipendente dal master, il quale decide sempre quale posizione deve assumere la persona.

Fra le tecniche più gettonate di bondage ricordiamo il rope, una pratica che prevede di appendere letteralmente al soffitto la persona legata, lasciata dunque in sospensione.

Gli appassionati di bondage chiamano questo stato di immobilità “ropespace” (c’e’ anche un associazione dedicata a Roma), anche se di frequente si usano termini più forti ed evocativi come “mummificazione” o “deprivazione sensoriale”. Questo per via del fatto che il soggetto viene legato così forte da perdere la sensibilità agli arti.

A tal proposito è il caso di approfondire la questione psicologica del già citato ropespace: secondo gli esperti, chi pratica abitualmente questa attività spesso lo fa per liberarsi da qualsiasi ansia o responsabilità, in quanto finisce per dipendere totalmente da qualcun altro.

Il bondage viene poi considerato come una pratica estremamente piacevole, in quanto lo stato di immobilismo, insieme al legame emotivo con il maestro di corde, stimola la produzione di endorfine (gli ormoni della felicità).

Aumentano anche l’ossitocina e l’adrenalina, creando un mix in grado di lasciare uno stato di grande lucidità e di spiccata percezione sensoriale. Questo spiega perché il bondage non viene visto come una forma di perversione, ma come una fonte di estremo piacere sessuale.

Perché provare queste pratiche sessuali

Capiamo perfettamente che approcciare il bondage richiede un po’ di coraggio, in special modo perché è una pratica che causa dolore. Chi non è abituato alle posizioni imposte dal maestro di corde, difatti, potrebbe anche farsi male seriamente.

È per questa ragione che ai neofiti si consiglia sempre di iniziare dalle basi, ovvero da quello che viene chiamato “bondage soft”. Quest’ultimo consiste in una legatura molto semplice, che si limita ai piedi e alle mani, evitando posizioni troppo costrittive.

Naturalmente, per evitare di farsi troppo male, è sempre il caso di seguire delle regole e di lasciar perdere qualsiasi eccesso: da questo punto di vista, conviene affidarsi ad una persona esperta, che possa dunque guidarci verso una pratica del bondage sicura e priva di rischi.

Detto questo, perché dovresti provarlo? Oltre ai motivi visti nel paragrafo precedente, devi tenere in considerazione il potenziale sessuale di queste pratiche erotiche. Si parla di un insieme di giochi ottimi per movimentare la vita sessuale di una coppia, e per riaccendere quella scintilla perduta, aumentando di molto l’eccitazione.

In secondo luogo, il bondage rafforza enormemente la fiducia nel proprio partner da parte di chi viene immobilizzato. Inoltre, potenzia il senso di responsabilità nei confronti di quella persona da parte del maestro, dato che gli vengono affidate in toto le sue sorti. Di conseguenza, chi pensa che il bondage sia una forma di perversione sessuale (o peggio ancora una malattia mentale) sbaglia di grosso.

Differenze fra bondage e sadomaso

Molto spesso sentiamo nominare il bondage insieme al sadomaso, ed è normale visto che entrambi figurano nella lista delle pratiche del BDSM. Di contro, le due non vanno confuse, perché si tratta di due cose molto diverse fra loro.

Quali sono le differenze? Nel bondage il dolore e l’umiliazione vengono inflitti semplicemente con l’immobilismo e con le legature. Si parla dunque di una pratica il cui effetto sulla persona è particolarmente legato ad una questione psicologica ed emotiva, almeno nel soft: quasi mai sono presenti gesti violenti e altre forme di dominazione estranee all’immobilismo.

Se hai letto il nostro articolo sul significato del sadomaso , invece, sai già che qui la violenza è un ingrediente molto più presente, rispetto al bondage. Nella fattispecie, nel sadomaso le imposizioni sono molto più fisiche, in quanto vengono inferte punizioni attraverso fruste e altri accessori a sfondo erotico.

È chiaro che i livelli di tolleranza sono diversi, perché nel primo caso bisogna sostenere delle posizioni molto complicate, mentre nel secondo il problema sono appunto le punizioni fisiche come le frustate.

Tirando le somme

Che si tratti di bondage o di masochismo, è indispensabile che il gioco venga condotto senza rischi e da due soggetti consenzienti. Bisogna sempre prendere delle precauzioni e sapere quando arriva il momento di fermarsi, perché durante il gioco l’eccitazione e la carica di adrenalina possono far perdere il controllo.

Per questo motivo, si usa sempre una parola d’ordine che, se pronunciata, spinge il maestro a interrompere subito qualsiasi cosa stia facendo.

Anche per questa ragione conviene fare molta pratica, prima di dedicarsi alle attività e alle tecniche di BDSM più estreme. Considera, infatti, che il bondage praticato in modo scorretto può provocare anche delle lesioni permanenti ai nervi e ai legamenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *